Era seguito. L'incarico lo ha avuto il colonnello dei bersaglieri Pallavicino. I Garibaldini erano considerati dalla truppa regia per dei malfattori, dei ribelli, dei camorristi, dei filibustieri e dei briganti.
Il Pallavicino aveva avuto dal generale Cialdini "l'ordine di fare ogni sforzo per raggiungere Garibaldi, ed inseguirlo sempre, senza mai dargli posa, se cercasse di sfuggirgli; di attaccarlo e di distruggerlo se accettasse il combattimento". Aggiungeva che non bisognava venire a patti e non accordargli che la resa a discrezione.
L'accampamento è avvenuto la sera del 28 agosto 1862, sugli altipiani di Aspromonte, a nord ovest, nel luogo chiamato i Forestali. La colonna garibaldina era estenuata dalla fame, dalle fatiche e dalle marce lunghe e disastrose. Il quartiere generale del generale era nella stanza di una delle due casupole. La notte dal 28 al 29 fu freddissima e piovosa. Ad intervalli pioggia dirotta e venti fortissimi. Le truppe regie erano a due ore da loro. Garibaldi, per evitarle, si rimise in cammino, passando coi suoi un piccolo fiume e fermandosi in una fittissima foresta. Si videro i regi che salivano dalla parte opposta. Garibaldi non voleva combattere. Non aveva messo avamposti. Diede ordine a tutti i suoi ufficiali di non far fuoco. Egli era in piedi nel suo ampio mantello grigio chiaro, foderato di raso, rovesciato sulle spalle poderose, col canocchiale, che seguiva i movimenti dei bersaglieri e della fanteria. Intorno a lui era incominciata la gragnuola di piombo.
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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano 1945
pagine 97 |
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