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      Egli gridava, si gridava lungo le linee garibaldine: "Non fate fuoco!". I bersaglieri facevano fuoco e andavano verso le camicie rosse. Le fucilate ispessivano. Qualche garibaldino non ha saputo frenarsi e ha fatto scattare, il grilletto. Avrebbe potuto cominciare îl massacro. Non si è voluto. Tutti gli ufficiali garibaldini urlavano. Garibaldi stesso era divenuto rauco. Cessate il fuoco! Non fate fuoco! Le trombe infuriarono per la cessazione del fuoco. Non combattete! Garibaldi ferito da due palle, mentre le palle regie infittivano, si è scoperto il capo gridando ripetutamente: Viva l'Italia! Non fate fuoco! Lasciateli (i bersaglieri) avvicinare. Non fate fuoco!
      I suoi ufficiali lo trasportarono e lo adagiarono sotto un albero. Il generale accese un trabucos. Non combattete, ripeteva fumando.
      È stato un quarto d'ora terribile. La monarchia ringraziava il donatore di regni con le palle regie e dileggiava i vincitori col nome spregevole di garibaldineria. Il primo dei regi a farsi vivo davanti al generale è stato un imberbe luogotenente pieno di burbanza. Il generale non gli ha permesso di andare dinanzi a lui senza togliersi la spada. Era un parlamentario.
      - So da trent'anni e meglio assai di voi, che cosa sia la guerra; apprendete che i parlamentari non si presentano in tal guisa.
      Anche agli altri ufficiali regi il generale ha fatto togliere la spada. I medici bagnavano le ferite del generale, dicendo che quella del piede era gravissima. Fu convenuto che al generale si sarebbe lasciata la spada e che il convoglio garibaldino sarebbe stato scortato da un battaglione di bersaglieri in distanza.


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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





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