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      Egli ha dovuto telegrafare ad un amico:
      - Coccapieller (scozzone) eletto, io no.
      Dopo Depretis, Crispi. Lotta titanica. Egli lo ha sventrato coi saccheggi fatti alla Banca Romana, colla vendita del gran cordone dell'Annunciata a Cornelius Herz, con le truffe bancarie col mezzo dei Favilla, direttori della Banca di emissione, con l'inchiesta parlamentare dei cinque che ha fatto inorridire, con le rivelazioni sui giornalisti che il grande ministro fingeva di pagare del suo.
      Dal 60 al 98 la storia è tutta piena di lui. Garibaldino, scrittore dell'Indipendente di Dumas padre, redattore della Gazzetta di Milano, collaboratore del Gazzettino Rosa, dell'Unità Italiana, del Dovere, direttore del Lombardo, difensore dei deboli, espurgatore degli ambienti, propalatore di fede nella democrazia, demolitore di tutte le corruzioni, di tutti i farabutti, di tutti i ventraiuoli di quel tempo. Tempra mirabile. Egli è stato in lotta con tutti i procuratori generali, con tutti gli assassini ministeriali. È Felice Cavallotti che ha scritto le più belle e virulente pagine su Monti e Tognetti, su Barsanti, su Oberdan, appesi dal Papa, fucilati dall'Italia e dall'Austria.
      La giustizia rende ancora servigi. Ma in quei tempi era peggio di una prostituta. Non esisteva che per eseguire ordini. Potrei citare migliaia di casi portati alla Camera da Cavallotti. La polizia era così dispotica che poteva far viaggiare i galeotti da un luogo all'altro e liberarli per avere delle rivelazioni politiche e per servirsi di loro come spie e come delatori.


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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





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