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      Se non foste dei bestioni dovreste essere i primi a raccogliere il materiale umano per una esposizione della gente che vive al disotto della linea della fame.
      Parlarci delle popolazioni estere! Le conosciamo meglio di voi, o imbecilli. In nessun paese si sta male e si soffre come da noi. Le nostre folle sono le più straziate, le più premute, le più dissanguate, le più impoverite, le più bistrattate, le più ischeletrite, le più analfabetizzate, le più ridotte all'impotenza.
      Nel meridionale il livello politico è così basso che gli stessi giornalisti non hanno orrore di vivere in ambienti politici e amministrativi così infetti da fare del voto un mercato, una vendita al miglior offerente. Parlateci di tutto, non mica di benessere, non mica di elevazione. A Canola, un farabutto della vita pubblica, per esempio, ha potuto spendere in voti, per riuscire consigliere provinciale, 60.000 lire!
      Si sta così bene da noi che le popolazioni diminuiscono. Con la natalità alta in paragone degli altri anni, la Basilicata è rimasta nel cinquantenario stazionaria, come la Calabria e come la Basilicata.
      Io non emigro, se sto bene in casa mia. Se vado via è proprio perchè nella casa di Vittorio Emanuele III si muore di consunzione famelica.
      Ho dunque ragione di ammucchiare i miei articoli e di spargerli uniti per l'Italia pitocca dove i cinquantenaristi signoreggiano nel superfluo.


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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





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