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      Domandai subito una stanza a pagamento. Era troppo tardi. Le stanze di lusso erano state tutte prese dai deputati, dai giornalisti e dalle persone facoltose che mi avevano preceduto. Ma non dovevo preoccuparmene. L'impiegato che mi voleva bene se ne sarebbe occupato come di una cosa personale. Per il momento bisognava accomodarsi come si poteva, perchè il Cellulare non era mai stato così pieno.
      - Ha dei libri?
      - Neppure uno! Mi hanno sorpreso ieri mattina in letto e nella confusione mi sono dimenticato di insaccocciare un po' di munizione intellettuale.
      - Non ci pensi, stia tranquillo. Parlerò io al bibliotecario e verrà immantinenti a portarle volumi che le piaceranno. Dei romanzi che ho letto io e che le faranno passare le giornate come in un sogno.
      - Di Barrili?
      Uscito dalla stanza della registrazione, passai un cancello di color oscuro e mi trovai in un ambiente assai diverso. Non c'erano più riguardi. L'angelo custode mi trattava volgarmente col voi.
      - Tirate fuori tutto ciò che avete nelle tasche!
      Nella stanza della visita mi ingiunse di svestirmi, e di fare presto, perchè lui non aveva tempo da perdere.
      - Fuori anche le calze, mammalucco!
      Mi palpeggiò gli abiti e la biancheria con la voluttà dell'aguzzino alla ricerca di qualche cosa nascosta.
      - Che cos'è questo?
      - Un lapis!
      - Vi piacerebbe un lapis! Perchè non l'avete tirato fuori quando ve l'ho ordinato?
      Non gli risposi neanche. Era anche lui un'autorità del momento.
      Mi condusse di sopra al primo piano, e mi chiuse in una stanza "intermedia". Le "intermedie" servono per i malviventi di passaggio.


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





Cellulare Barrili