Non potete immaginarvi come mi dispiaceva di non avere avuto cinque centesimi in tasca. Sognavo l'alba con un bicchierino di grappa. Fa tanto bene quando si ha i piedi nel sudiciume e si è passata la notte senza dormire. Non so che cosa si faceva di fuori. Ma di tanto in tanto udivo delle persone che s'arrabattavano per la muraglia urtate da qualche prepotente che smanacciava. Erano forse degli altri arrestati che gli agenti spingevano nei camerotti.
Alle quattro non si poteva più dormire. Si sentiva il sussurro del brodo che bolle nella caldaia coperta. Si chiacchierava sottovoce. Si ragionava sui tumulti di Milano.
Nessuno sapeva come avevano avuto principio, ma tutti erano d'accordo nel biasimarli. Perchè avevano fatta la rivoluzione? Si parlava di morti e feriti come se ci fosse stata una grande battaglia. Ho sentito cose da far venir su la pelle d'oca. Perchè avevano fatto la rivoluzione? Era la domanda che si facevano l'un l'altro di tanto in tanto. Non si stava forse bene? Non erano che i lazzaroni che si lamentavano. La gente che lavora non ha tempo di pensare a tante storie. Il lavoro stracca e non lascia il tempo di sentire asinate. Quando io vado a casa alla sera, mangio la minestra con ingordigia, faccio la mia pipata con piacere e vado a letto mezzo addormentato. Gli oziosi vanno in giro e si scaldano la testa.
Si aperse di nuovo l'uscione con fracasso. L'incaricato pareva in collera. Povero diavolo, non aveva chiuso occhio in tutta la notte. Doveva essere sfinito morto.
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Milano
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