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      Chi saranno? E l'interrogazione faceva rabbrividire. Forse saranno dei ladruncoli o dei rivoluzionari o degli innocenti usciti dalle braccia della famiglia, rimasta in casa a piangere la loro sciagura! E i veicoli della tortura scomparivano e lasciavano le donne pił avvilite di prima.
      Questa campana! Si aspettava la campana del soccorso, la campana che doveva far dimenticare ai cellularizzati la smisurata intelligenza malvagia degli uomini, degli uomini che hanno per idealitą il male, la campana che consolava lo stomaco di chi mangiava poco e male. Fate presto, in nome del Signore. Spalancate il cancello, prendetevi la corba delle vivande divenute fredde lungo la strada, divenute immangiabili aspettando qui sul selciato due ore, tutto un secolo. Siate buoni, siate caritatevoli con le povere donne trambasciate!
      Il convoglio degli arrestati che veniva verso il Cellulare a piedi suscitava in ogni seno un orrore indicibile. Non poche donne erano state obbligate a chiudere gli occhi come quando si riceve un'ondata di luce in pieno viso. Era una banda che falciava gli ideali di redenzione pił modesti. Sfilavano appaiati ai polsi come individui usciti da un porcaio o da un sotterraneo, con le ragnatele sulle spalle, con l'umidore nella gonfiezza sotto gli occhi, con i capelli irrigiditi in una zuffa spaventosa. Erano laidi, stracciati, dilaniati dai patimenti. Circondati dai questurini, dai carabinieri e dai soldati, il loro volto assumeva il colore acceso degli aggressori di strada che stramazzano i viandanti a coltellate.


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





Cellulare