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      Che la guardia non abbia voluto prenderli? Ma e la "colomba", non ha ancora imparato a "colombare"?
      Non ho ancora finito di scrivere l'interrogazione che sono stato chiamato alla spia da una voce sconosciuta.
      - L'avvocato Gambarotta è uscito. Lo saluta.
      - Chi siete?
      Nessuna risposta. La sua uscita mi lasciò fantasticare. Che si sia incominciata la scarcerazione degli innocenti?
      Il passeggio è monotono. È come un'altra cella scoperchiata. Il gruppo dei passeggi è di venti raggi che fanno capo a una rotonda di mattoni, circondata di pietre, sull'alto della quale è la guardia seduta che sorveglia i detenuti. In direzione opposta i raggi si slargano fino a far posto a una filata di otto uomini, l'uno al gomito dell'altro. Il cancello dalla parte più larga del passeggio ha un lastrone di ferro che impedisce di vedere il viso di chi passa. I muri divisori sono alti quattro metri, così che i passeggiatori di un passeggio non possono vedere, nè capire quello che dicono, i passeggiatori di un altro.
      In venti raggi passeggiano dagli ottanta ai cento individui. Una volta che i raggi sono popolati, la guardia discende la scaletta che conduce alla sua altura con una manata di fidibus, li accende e li distribuisce, di raggio in raggio, ai fumatori.
      - Fuoco!
      Chiusi tra queste pareti vi accorgete subito che il detenuto che possegga un pezzo di matita lascia traccia della sua passeggiata, quantunque sia proibitissimo insudiciare o scrivere sui muri. In questi segni grafici io non vedo nè il grafomane, nè il delinquente.


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





Gambarotta