[vedi figura 07.gif: ...ha l'aria di un uomo impagliato]
Egli è una suora di carità, un fratello che va dovunque si soffre. Accorre al letto degli infermi con sollecitudine materna, si alza di notte se qualcuno si sente male, e, con quel poco che il medico mette a sua disposizione, cerca di lenire i dolori altrui. Avete la schiena tormentata dai reumatismi? È la sua mano che viene a battervela, a spalmarvela di una goccia d'olio come un allievo del professor Panzeri, o a pennelleggiarvela magari con della tintura di iodio, se ne ha nell'armadio e se il medico lo ha ordinato. Avete un dente che vi strazia? Eccolo pronto con la tenaglia. Non è un cavadenti di professione, ma ha la praticaccia del frate che sdenta il pubblico senza passare gli esami.
Per provare la bontà del 193, non ho da citare che tre testimoni che non lo dimenticheranno facilmente. Gaspare Giucchetto, minorenne, Giovanni Vedani, di 32 anni, e Angelo Vanoni di Luino, come il Vedani, e padre di tanti figli.
Il primo aveva ricevuto una palla al petto con lesione, pare, al polmone; il secondo era stato colpito allo stinco, e il terzo aveva lo stomaco perforato da due proiettili - uno dei quali gli è rimasto nel corpo. Io li ho veduti in infermeria, subito dopo il loro arrivo.
Erano giunti a Finalborgo in una condizione da commuovere le pietre. Straziati dai dolori, con le ferite ancora aperte e col Vedani che non poteva e non può, credo, neppure oggi(3), stare in piedi, perchè la ferita continua a produrre materia purulenta.
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