Perciò, durante il secondo anno di scuola tecnica, cominciai a far da ripetitore a giovanetti delle scuole elementari, nelle ore serali; e durante il terzo anno (e gli anni dell'Istituto Tecnico che vennero dopo) guadagnai da vivere dando ripetizioni e lezioni, specialmente di matematica e scienze affini, a studenti delle scuole tecniche.
Finita la Scuola tecnica, ero destinato ad entrare in uno studio commerciale, come mio fratello Benedetto, ma il mio successo negli studii e le insistenze e le preghiere del direttore della Scuola tecnica, signor Vigo Pellizzari, indussero il benefattore a continuare le spese, e mi iscrissi all'Istituto Tecnico di Santa Marta (ora Carlo Cattaneo), sezione Fisico-Matematica. Non pagavo nessuna tassa, perchè raggiungevo sempre il primo posto; e le ripetizioni, benchè mi costassero enorme fatica, dovendo tutto il giorno attendere alla scuola, cominciavano a fruttarmi qualche cosa di più. Specialmente nelle vacanze, quando accorrevano a me molti bocciati, per essere preparati agli esami di ottobre.
Nel 1877 finii l'Istituto Tecnico, primo tra i licenziati; oramai le condizioni finanziarie mi imponevano di cessare gli studii per dare qualche aiuto alla famiglia. Ma poichè ripetutamente si era esposta al Ministero la necessità di fondare delle borse di studio presso la Scuola d'applicazione degli Ingegneri, si approfittò dell'occasione mia speciale, a cui le condizioni famigliari impedivano anche la possibilità di recarmi a Pavia nel Collegio Ghislieri e, per la prima volta e per me personalmente, fu stabilito un assegno di studio di 600 lire annue dal Ministero d'Istruzione Pubblica.
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