O cielo di Liguria, o ciel furioso,
E quando, dimmi, la farai finitaA ridonarmi il sol, la nostra vita,
Che tieni dentro al guardaroba ascoso?
Qui, dal tepido mar, dall'alpi algenti,
Scendon sul lido alla battaglia atrociScirocco e Tramontana, e a lor veloci
Schieransi intorno i bellici tormenti.
Dense le negre nubi e gonfie d'ireIn groppa ai venti stendonsi pel campo;
Il tuono scoppia inseguitor del lampo,
De' mostruosi guerrier folle è l'ardire.
Dalle cime native il ghiaccio chiedeBorea e lo muta in grandine funesta;
Libeccio intanto del Tifone apprestaL'arma a Scirocco che terribil riede.
Pel Simun, rugge, per le arene e il fuocoDel genitor deserto, il giuro al cielo,
In fra le nevi porterò lo sgeloE di Borea il mugghiar farassi fioco.
Siccome nebbie spersi carovane,
Come fuscelli sprofondai navigli,
Ho atterrato i leon quasi conigli;...,
Rido del soffio delle Tramontane.
Sì dice - e fiero e furibondo attaccaCon Libeccio e Tifon, colle saette
Sferza Aquilon dalle scoscese vetteI suoi guerrieri e lo Scirocco fiacca.
Le navi trottolâr nell'oceáno,
E in un baleno l'inghiottisce il gorgo;
Crollano torri e case; a Finalborgo
Del fornello il camin vien raso al piano.
O cielo di Liguria, o mar Tirreno,
E quando l'aure e l'onde tue sarannoSerene e quete ed avrà fine il danno
Orrendo inflitto al dolce lido ameno?
Non fia sicuro sullo stelo il fiore,
E allo stranier che ti sospira ed ama.
Colle tempeste appagherai la bramaDi qui svernar sul suolo dell'amore?
Torvo risponde il Ciel: "Allor letiziaDel suo sorriso abbellirà la terra,
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