Dopo questo fatto il Fascio Operaio - del quale parlo perchè è come parlare di Costantino Lazzari - e il partito operaio subirono le violenze prefettizie e passarono attraverso un uragano indemoniato. Il Comitato Centrale del partito operaio italiano venne sciolto, il Fascio Operaio sospeso e la redazione intiera messa sotto chiave al Cellulare per ottanta giorni. I condannati furono cinque, tra i quali Costantino Lazzari, a tre mesi di carcere e a trecento lire di multa.
E il Fascio Operaio risorse, dicendo che "il socialismo è un gigante che nessuna forza può vincere".
In Costantino Lazzari è rimasta l'avversione del Fascio Operaio per gli "intrusi". Un socialista dottore o avvocato o scrittore o ingegnere o architetto gli fa torcere il viso dall'altra parte. Ha per tutti costoro un'antipatia invincibile. Li chiama i socialisti dal panciotto bianco o i socialisti dal gilé de gess.
Si dice che la gratitudine non sia il suo forte. Ma è indubitato ch'egli, giovanissimo, si è dato la briga di soccorrere la sua famiglia povera, e di mantenere alle scuole di Milano una sua sorella e un suo fratello.
Ha rinunciato alla carriera commerciale per dedicarsi completamente al socialismo. Ma le vicissitudini dell'esistenza tribolata gli hanno fatto riprendere la via di prima. Egli è ora commesso viaggiatore. È stato in prigione più di una volta. Ma i giorni di Finalborgo gli sono ancora sullo stomaco. Perchè il Lazzari si considera il povero Fornaretto del processo dei giornalisti. Egli era nell'Umbria ed è andato in galera per i tumulti di Milano!
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