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      Non so se dipende dalla dieta. Ma con una dieta scellerata e insufficiente ho perduto persino la voglia di leggere. In un mese non sono riuscito a rileggere il primo volume dei dieci anni di Louis Blanc. Sbadiglio spesso, e spesso, dopo una specie di torsione alla regione epigastrica, mi istupidisco in un sopore che mi spaventa. I miei amici di camerata mi dicono che mangio troppo poco e che butto via troppo sovente la minestra. Non so che farci. Č una minestra che mi ripugna e che non so ingoiare nč asciutta nč col brodo. Ci sono dei cani liberi che la lascerebbero nella scodella. Ho notato una certa sonnolenza anche negli altri. Pių di una volta ho veduto Federici fermarsi sulla pagina, coi gomiti sul tavolo e la faccia nelle palme. Alle undici antimeridiane d'ieri ho sorpreso don Davide che dormigliava sul breviario. Anche Lazzari subisce la stessa legge di prostrazione. Rimane assopito per delle ore. Forse č perchč egli legge troppo di notte. In Chiesi ho notato che la sua respirazione notturna č diventata pių rantolosa.
      Ci hanno portato di sopra delle lettere piene di cancellature. A noi che abbiamo il limone per diseppellire le parole dai neracci del direttore, importa poco. Ma mi piacerebbe che qualcuno, mi rivelasse l'utilitā di queste soppressioni di parole. Una volta che siamo condannati, che cosa deve importare a voi che qualcuno ci faccia sapere un breve minuto della vita del mondo dal quale siamo stati espulsi con tanta violenza? Č una cretineria da mettersi con le altre che si commettono in questi luoghi.


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





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