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      Il grido dei minorenni mi sospenderebbe il boccone in gola.
      Stanotte sono stato svegliato da un grido acuto di qualcuno che stava male nella camerata al dorso della nostra. Non ci ha lasciato più dormire. Aveva il rantolo bronchiale ed emetteva gemiti che si ripetevano anche dopo che la guardia gli vociava dalla spia:
      - "Fate silenzio, che domani andrete dal medico!
      Un compagno deve averlo soccorso con una goccia d'acqua. Ho sentito i suoi piedi nudi che correvano da una parte all'altra.
      Come deve essere triste morire in questo luogo!
      La luce misurata dai cassoni alle finestre finisce per indebolirci la vista. A me si è dilatata la pupilla e Lazzari si lamenta di non avere un paio d'occhiali. L'indebolimento gli ha come paralizzato i nervi ottici.
      Alla domenica c'è sempre speranza di rifarsi lo stomaco con una gamella di brodo e 250 grammi di carne. È sovente una grande disillusione. Più di una volta si è obbligati a sbattere via tutto. Il brodo è grasso con gli occhi dell'olio alla superficie che fanno venir voglia di vomitare, o è magro come l'acqua bollente. Manca sempre di sale. Quello di stamane vale un fico secco. La carne è peggiore. La carne di questa domenica è squamosa, sciapita, dura come il corame. L'ho voltata e rivoltata sotto i denti senza riuscire a masticarla. Pazienza, aspetterò quella di domenica ventura. Siamo sotto l'azione del regime forcaiolo da qualche mese e non abbiamo veduto neppur l'ombra della commissione. Questi signori, che assumono una carica così importante e poi la trascurano, meriterebbero un po' di reclusione.


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





Lazzari