Pagina (257/316)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Silenzio!
      In certe sere..... In certe sere nessuno lasciava cadere un libro, nessuno tossiva, nessuno si muoveva come se avessimo saputo che avevamo alle spalle gli occhi e le orecchie degli agenti incaricati della sorveglianza notturna.
      Ci capitava addosso la ronda, col lanternone fumoso, come una sorpresa che metteva freddo.
      - Sono le dieci!
      Non ce lo facevamo dire due volte. In un minuto spostavamo i tavoli, mettevamo carta e libri al posto, lasciavamo gių le brande, facevamo il letto e ci buttavamo sul pagliericcio senza aver modo di cambiare la camicia.
     
     
      [vedi figura 18-gif: ...Chiesi, Federici e don Davide - il primo in mezzo e gli altri due in faccia - avevano una lampada a petrolio...]
     
     
      Chiesi era sempre il primo a toccare le lenzuola. Adagiato, con la guancia sul guanciale, incominciava subito a ruggire come una belva con una palla nella testa. Don Davide non dormiva subito. In letto, con una coperta che non lo copriva completamente nč da una parte nč dall'altra, sembrava un enorme cetaceo a mezz'acqua. Si voltava faticosamente come un pachidermo. Federici si metteva sul fianco, con un libro in mano, in una posizione da ricevere la luce sulle pagine e continuava la lettura per un'altra mezz'ora. Poi mi diceva:
      - Ciao, Paolino, dormi bene.
      - Ciao.
      Lazzari, sentone, con gli occhiali che gli aveva prestato l'amico Scannatopi e che gli davano l'aria di una vecchia in collera, si dava furiosamente alla lettura, leggendo cento, centocinquanta pagine di un fiato, lasciandosi magari sorprendere dalla seconda ronda col libro in mano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





Federici Davide Davide Paolino Scannatopi