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      Inoltre il Callegari, coll'istigazione del Cerchiai, nel marzo scorso, alla commemorazione delle Cinque Giornate, portò la bandiera anarchica con la scritta "viva la rivoluzione."
      Il detenuto Gustavo Chiesi si distingue fra i repubblicani intransigenti; è direttore dell'Italia del Popolo, sul quale giornale ogni articolo tende a scalzare il principio di autorità ed a suscitare nelle masse sentimenti di odio verso il Governo e le istituzioni. Ispirò e scrisse nel numero del 6 al 7 maggio l'articolo "Ne erano assetati" ove, narrando i fatti avvenuti nel 6 maggio al Ponte Seveso ed in via Napo Torriani, fra le altre frasi, tutte dirette a maggiormente eccitare in quei tristi momenti gli animi della popolazione, si legge: In tutta la giornata i tutori dell'ordine non avevano bevuto, avevano sete, sete di sangue, s'intende.
      Fu visto nella mattina del 7 maggio con l'amico deputato De Andreis in carrozza a Porta Garibaldi fermarsi ripetutamente a discorrere con persone del popolo; più tardi si installò negli uffici del giornale da lui diretto, ricevendo dallo stesso De Andreis, che più volte si era recato alle barricate del corso porta Venezia, notizie ed episodi. In quell'ufficio furono più tardi ambedue arrestati insieme all'avvocato Bortolo Federici, al prof. Stefano Lallici, al pubblicista Ulisse Cermenati ed all'Arnaldo Seneci, che colà si trovavano riuniti in comitato quando cominciava a fervere la lotta, con la intenzione manifesta di dirigerla e dare le istruzioni occorrenti per proseguirla.


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





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