Ciò risulta, oltre che dal sopraricordato articolo "Ne erano assetati" da due cartelle manoscritte preparate per una nuova edizione del giornale, nelle quali sta scritto che il deputato De Andreis, presso le barricate sul corso di porta Venezia, aveva protestato contro la violenza dell'Autorità, e si riferiscono avvenimenti esagerati svoltisi sul Corso medesimo, fra questi un episodio orribile quanto bugiardo sull'uccisione di un bambino per opera di un vicebrigadiere. Tale intenzione viene pure confermata dalla risposta data dal De Andreis presso le barricate suddette al tenente Patella, che lo scongiurava di interporsi per ottenere la calma: "Tenente, ormai è tardi, c'è sangue." A quella riunione di repubblicani, invitato, doveva intervenire il deputato Filippo Turati con altri socialisti.
Inoltre il Federici, avvocato di molto ingegno, fervente ed efficace conferenziere, è membro attivissimo della direzione centrale del partito repubblicano italiano e collaboratore dell'Italia del Popolo. Durante le dimostrazioni tumultuarie del marzo 1896 istigò le turbe a perseverare nei tumulti sperando che il soffio di rivolta manifestatosi a Milano dilagasse preludendo all'avvento della repubblica; nello stesso anno 1896 firmò un memorandum del partito repubblicano al paese eccitando alla rivolta; e nel 20 marzo u. s. al monumento delle Cinque Giornate pronunciò un discorso riassunto dall'Italia del Popolo del 21 al 22 marzo, ove spingeva all'azione e annunciava che stavano per suonare le diane dell'ora novella e che l'ora fatale precipitava.
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