Cercò di mettere in buono accordo socialisti e repubblicani.
Il prof. Lallici, fondatore e presidente del Circolo repubblicano irredentista adriatico orientale, fondò pure un giornale umoristico repubblicano, Il Figaro, che ebbe poca vita a causa di replicati sequestri. Nell'occasione della commemorazione delle Cinque Giornate fatta il 20 marzo u. s. si oppose acchè fossero portate le bandiere con lo scudo di Savoia, e pretese che non fosse suonata la marcia reale. Nelle dimostrazioni di piazza fu sempre immischiato; accentuò l'agitazione per il rincaro del pane; e l'opera sua contribuì ad acuire i sentimenti di ribellione negli adepti del partito repubblicano in cui milita.
Il Cermenati, pure repubblicano, fu collaboratore col Chiesi e col Romussi nei giornali da essi diretti.
Il Seneci, amministratore dell'Italia del Popolo, fece propaganda di idee repubblicane e scrisse articoli adatti all'indole del giornale da lui amministrato.
L'altro imputato, Romussi avv. Carlo, è noto per le sue opinioni repubblicane e per la sua intimità coi capi più influenti di quel partito e con Amilcare Cipriani, col quale conferì in Milano circa la metà dell'aprile scorso; ispirò e dettò nel giornale il Secolo, di cui è direttore, continui e innumerevoli articoli di una deleteria propaganda contro le autorità e le istituzioni e propugnò sempre una politica di azione. Basta citare l'ultimo numero dall'8 al 9 maggio, ove si trovano gli articoli: A che giovano le perifrasi, ed il Richiamo alle armi della classe 1873. Ed anche nei suoi discorsi e nelle sue conferenze predicò sempre con esagerate e false affermazioni contro l'esercito e tutto ciò che è principio di autorità, non risparmiando neppure la sacra memoria del re Vittorio Emanuele.
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