Che infine l'imputato De Andreis è uno dei principali ed assidui redattori dell'Italia del Popolo, giornale che ebbe sempre di mira scalzare il principio di autorità e suscitare nelle masse sentimenti di odio verso il Governo e le istituzioni, ed i di cui articoli divennero ancor più violenti negli ultimi tempi. Basta infatti leggere tutto il numero dal 7 all'8 maggio e specialmente l'articolo intitolato "Ne erano assetati" ove, narrandosi i fatti avvenuti nel 6 maggio al Ponte Seveso ed in via Napo Torriani, fra le altre frasi tutte dirette a maggiormente eccitare in quei dolorosi momenti gli animi della popolazione, si legge: In tutta la giornata i tutori dell'Ordine non avevano bevuto, avevano sete, sete di sangue, si intende.
Che nel giorno 7 maggio il De Andreis si recò più volte negli uffici di quel giornale; vi portò, per essere pubblicati, episodii svoltisi a Porta Venezia, esagerandoli e falsandoli; ed ivi intervenne chiamato ad una riunione di amici repubblicani.
Che il De Andreis si trovò a Parma, Piacenza e Pavia, nei giorni in cui si verificarono disordini in quelle città. Nella mattina del 7 maggio era alle barricate di Porta Venezia in Milano, quando più fiera ferveva la lotta fra gli insorti e la truppa: vi ritornò nelle ore pomeridiane; e al tenente Petella che lo scongiurava ad interporsi per ottenere la calma, rispose in tono quasi di sfida: "Tenente, ormai è tardi, vi è sangue." Inoltre, tanto nella mattina quanto nelle prime ore pomeridiane del 7 fu veduto a piedi ed in carrozza in corso Garibaldi parlare con diverse persone estranee a quel quartiere, mentre appunto vi si stavano costruendo le barricate; e finalmente nelle ore pomeridiane dello stesso giorno fu arrestato negli uffici dell'Italia del Popolo.
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