Milano, 1.º agosto 1898.
La sentenza nel processo dei giornalisti.
La sentenza, dopo avere ricordato i titoli di imputazione, continua:
Ritenuto che alla pubblica discussione, per la lettura dei documenti, per la deposizione dei testimoni e per le dichiarazioni degli accusati, sarebbe risultato in fatto: che da vario tempo si erano potentemente costituiti in Milano i partiti repubblicano e socialista, che crearono la Camera di Lavoro, vari circoli, associazioni e leghe di resistenza, le quali, sotto la parvenza del benessere materiale degli operai, dovevano nella mente dei capi essere per loro strumento da valersene in una propizia occasione.
Per far propaganda delle loro idee i partiti si valsero dei giornali l'Italia del Popolo e il Secolo ed altri ne crearono, quali la Lotta di Classe, Il Popolo Sovrano, la Critica Sociale e tutti uniti intrapresero un'attiva campagna sussidiata da frequenti conferenze, pubblicazioni di opuscoli e foglietti sovversivi, ispiranti negli operai e nei meno abbienti desiderii che non sarebbe possibile soddisfare e che lasciavano in essi sentimenti d'odio verso le classi più favorite dalla fortuna.
Che a questo odio concorrevano e lo attizzavano alcuni nuclei di anarchici i quali non perdevano occasione di pubblici comizi per portare in essi la nota del disordine e far propaganda delle loro teorie rivoluzionarie.
Che fra i giornali, l'Osservatore Cattolico, organo del partito clericale intransigente, per aspirazioni diverse da quelle di altri giornali, tendeva allo scopo di sconvolgere gli ordini politici, vagheggiante restaurazioni che allo Stato attuale sono impossibili.
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