Garavaglia, e l'avvenuta riunione nella casa del socialista dott. Ceretti, entrambi rifugiati in Svizzera.
Che dall'esposizione generale dei fatti passando a stabilire le singole responsabilità, è accertato che i primi sette accusati, Callegari, Castelnuovo, Cerchiai, Gabrielli, Gruppiola, Baldini e Fraschini, nonostante le contrarie affermazioni di essi, sono tutti anarchici e non tralasciarono mai sino agli ultimi giorni di far propaganda delle loro teorie sovversive.
Il Callegari e il Castelnuovo poi presero parte ai disordini di via Napo Torriani ed a Porta Venezia e devono quindi rispondere anche di ciò: quanto all'Invernizzi nessuna prova si è raccolta a suo carico e deve quindi essere prosciolto.
Ritenuto, per quanto riguarda gli accusati Chiesi, Federici, Lallici, Cermenati, Seneci e Zavattari, che tutti ammettono di essere di fede repubblicana, ma varie sono le responsabilità e non tutti sono responsabili.
Cermenati fu arrestato quale reporter dell'Italia del Popolo ed il Seneci quale amministratore dello stesso giornale.
È constatato che quest'ultimo non scrisse mai articoli di colore politico; solo si occupò della parte amministrativa e della réclame e quindi nessuna ingerenza aveva nella redazione. Nulla dell'opera sua risulta incriminabile.
Il Cermenati nella sua qualità di redattore giudiziario e teatrale fu solo occasionalmente per deficienza di personale mandato dal direttore a Piacenza e Pavia per riferire sui fatti che là avvenivano e consta che non prese parte alcuna in quelle manifestazioni.
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