L'Italia attende ancora il suo quarantotto politico, che le dia le condizioni essenziali della vita moderna e le permetta di studiare il passo sulla via già percorsa dalle nazioni sorelle.
E in queste condizioni, oltremodo singolari e difficili, che è sorto, per complesse necessità locali e per riverbero da oltr'alpe, e che deve fatalmente svolgersi e lottare il giovane partito socialista italiano.
Pubblicando l'interessantissimo studio che, sul movimento chartista, ci inviò il nostro amico Paolo Valera da Londra - dove, son già dieci anni, le intemperanti irrequietezze dell'ingegno ribelle lo spinsero a maturare se stesso e a raccogliere solido tesoro di preziose esperienze - noi squaderniamo al lettore un brano di storia inglese vecchio di mezzo secolo che, varcando la Manica e il Gottardo, si ringiovanisce, diventa quasi dell'attualità.
Più ancora: diventa forse, a un dipresso, la storia nostra di domani.
FILIPPO TURATI.
I.
Prima di incominciare.
Che cos'è questo chartismo? - È della storia comune a tutte le nazioni che non hanno ancora - nel 1894! - inaugurato il sistema dell'uguaglianza economica, politica, sociale. Sono le classi che negano dei diritti alle masse. Sono gli eserciti del lavoro che si levano in piedi con dei vogliamo. È tutto un popolo di malcontenti che, prima di abbandonarsi ai tumulti o di consumare gli ultimi sforzi in una insurrezione armata, si è lasciato acciuffare pei capelli e provocare lungo un periodo tragico. Sono delle saccate di collera popolare, della collera insaccata per degli anni, della collera che si è scatenata pel cielo britannico come una minaccia collettiva.
| |
Italia Paolo Valera Londra Manica Gottardo
|