Morė incosciente della sua gloria, pazzo, in uno stabilimento di pazzi. Sic transit gloria mundi.
IV.
Il comandante delle truppenelle provincie chartiste.
Perchč possiate spiegarvi il generale Carlo Giacomo Napier - uno dei pių "gloriosi soldati" - sempre dopo Wellington - dell'armata britannica - devo prima dirvi che gli ufficiali e i soldati inglesi hanno poco o nulla di comune coi nostri. Gli italiani, non appena indossata la montura, non sono pių che degli arnesi di disciplina. Gli inglesi rimangono cittadini. I soldati, in questo paese senza coscrizione, sono dei volontari che hanno firmato un contratto colla ditta governo per un certo numero d'anni. Gių di servizio e finiti gli esercizi militari, appendono alla parete la baionetta o la sciabola ed escono colla pipa in bocca e il bambų in mano. Per le vie sono come qualunque altro individuo. Vanno via colle loro donne sotto braccio, bevono dovunque piace loro e fino a quando garba loro e rincasano magari in cimberli come ogni altro borghese.
La loro mensa č buona, la loro caserma č una abitazione direi quasi con del comfort, la loro paga č di uno scellino al giorno e le loro punizioni per violazioni disciplinari, messe a tu per tu con quelle dei nostri, sono inezie. Manca nell'esercito inglese il pedantismo del nostro. Superiori e tribunali militari hanno indubbiamente pių cervello e pių cuore. Prendete il Napier alla testa delle truppe che dovevano sopprimere il chartismo. Egli scriveva ai suoi ufficiali dei distaccamenti che non giovavano punto le sentenze troppo severe.
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Carlo Giacomo Napier Wellington Napier
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