Non date un centesimo alle chiese (egli era un dissidente della
chiesa stabilita") e ai loro ministri, e comperatevi delle armi. Non abbiate paura dei soldati perchè dessi sono con noi. Un soldato venne chiamato dinanzi il comandante. È vero, gli domandò, che simpatizzate pei chartisti? - Accidenti! Siamo tutti chartisti!" Insegnò ai presenti come prendersi del pane. "Colla picca sul petto dite ai prestinai che alla prossima volta vi prenderete la pagnotta sulla sua punta." Poscia domandò se erano armati e la folla rispose con delle scariche saltuarie.
Che cosa credete che abbia preso per tutto questo e per dell'altro che lascio nella penna? Gli si lasciò subire il processo a piede libero e, dopo un discorso di cinque ore, lo si condannò ai mesi registrati altrove.
Coi discorsi pacifici e violenti la Charta divenne la speranza della Grande Bretagna democratica o della truculenta democrazia, come la chiamò lord Melbourne. Ciascheduno trovava in essa la panacea dei suoi mali. Rappresentava la giustizia sociale. Era per tutti della emancipazione economica e politica. Cogli oratori nascevano i giornali. Londra aveva il suo Dispatch, Edimburgo il suo True Scotsman, Newcastle il suo Northern Liberator, Birmingham il suo Journal. Bronterre O' Brien, il nemico implacabile della nuova legge sulla carità pubblica, pubblicava l'Operative; i superstiti di Cobbett, Il Champion e la Chartist Circular.
La grande petizione firmata da 1.280.000 nomi perchè la Camera dei comuni prendesse in considerazione la Charta, alta come una ruota di diligenza, andò al Parlamento come in trionfo.
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