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      I leaders dei chartisti in marcia assicurarono il magistrato che erano per la pace, la legge e l'ordine. E il magistrato, per evitare un conflitto, mandò in caserma i monturati e si mise tra i capi alla testa degli operai in isciopero. Non erano ancora entrati che si sbandarono a gruppi, a drappelli, per diverse vie, andarono di bottega in negozio e si impossessarono della città. Tutti i negozi di Manchester rimasero chiusi per tre giorni. Tutti i lavori vennero sospesi. Dove c'era un uomo che lavorava, lo si invitava o lo si costringeva a smettere. Qua e là domandarono del pane, qua e là accettarono del denaro. Per tre giorni Manchester - con una popolazione di quasi mezzo milione - fu alla mercè della violenza e in istato di confusione. L'ordine del giorno che votarono venerdì è questo:
      Che noi delegati, rappresentanti i vari mestieri di Manchester e dei dintorni, coi delegati di molte parti del Lancashire e del Yorkshire, dichiariamo solennemente che è nostra convinzione assoluta che tutti i mali che affliggono la società e che hanno prostrato le energie delle classi lavoratrici nascono solo dalla legislazione di classe, e che il rimedio per la presente carestia e la miseria generale è l'adozione immediata del documento conosciuto come la Charta del popolo. Questo meeting raccomanda ai lavoratori di tutti i mestieri di cessare i lavori e di non riprenderli che il giorno in cui il detto documento sia divenuto legge della nazione.
      Il Comitato esecutivo dell'associazione nazionale per far divenire legge la Charta, pubblicò il placard intitolato La Libertà e un manifesto ai "Fratelli chartisti!


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L'insurrezione chartista in Inghilterra
di Paolo Valera
Uffici della Critica Sociale Milano
1895 pagine 125

   





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