Il lavoro non deve essere più la preda comune dei padroni e dei governanti. Lo spirito nuovo ha illuminato la mente dello schiavo e lo ha convinto che tutta la ricchezza, tutto il comfort, tutta la produzione ed ogni cosa utile, preziosa ed elegante sono usciti dal palmo delle sue mani. Egli vede che il suo cottage è vuoto, che la sua schiena è poveramente coperta, che i suoi figli sono senza pane, che lui stesso è disperato, che la sua mente è tormentata e che il suo corpo è punito, affinchè le indebite ricchezze si accumulino nei palazzi dei padroni e nei granai degli oppressori. La natura, Dio e la ragione hanno condannato questa disuguaglianza; e dessa deve perire nella tempesta della voce di un popolo. Egli sa che il lavoro, la vera proprietà sociale, la sola origine della proprietà accumulata, la prima sorgente di tutte le ricchezze nazionali, il solo che sostiene, che difende, che contribuisce alla grandezza del paese, non è protetto legalmente come gli oggetti inanimati, come gli edifici, le navi, le macchine che il lavoro ha prodotto.
È per questo che abbiamo solennemente giurato e dichiarato che non ci lasceremo sfuggire inutilmente l'opportunità d'oro che abbiamo; che non perderemo la fortuna dataci dal Dio prudente che vede tutto. Così noi ora deliberiamo di non riassumere i lavori fino a quando cesseranno i torti fatti al lavoro e ci saremo assicurati, colla Charta del Popolo legge, la protezione per noi, per le nostre mogli vittime e poi nostri figli impotenti. Inglesi!
| |
Dio Dio Charta Popolo
|