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      Siccome gli inglesi si turano le orecchie quando si parla delle esigenze della vita, così non so ancora dove siano gli orinatoi pubblici. Ne cerco uno da tre giorni. Ho visto parecchi cittadini che si scaricano del liquido addosso alle ruote dei veicoli in mezzo alla strada.
      Le case non differiscono che nella altezza e nella deformità facciale. Sono mucchi di mattoni di due o tre piani, con delle finestrucole che tolgono il respiro, colla cucina sottoterra che raddoppia la voglia per l'aria aperta, colla fronte a triangolo così bassa da credere il soffitto sulla testa di coloro che le popolano. Vedute dal marciapiede ti riassumono la desolazione della assenza completa della eleganza architettonica.
      Il mio collega internazionale del Morning Chronicle mi consola colla preghiera di non fidarmi delle prime impressioni. L'inglese, mi disse, non sciupa il suo pel semplice gusto di sciorinare del lusso pei passanti. Ma scialacqua per l'interno della sua home. Di dentro egli nuota nell'agiatezza.
      Non ho ancora veduto una ghinea e tuttavia pago dovunque a ghinee, cioè aggiungendo uno scellino a ogni sterlina. È del chic inglese.
      Gli abitanti della metropoli, secondo il censimento di quest'anno, sommano a 2.172.386 ed occupano, compresi, s'intende, i distretti suburbani, un'area di 74.070 acri Uomini e donne mi paiono usciti da una sola sartoria. Il modello dei primi è il cilindro, il cravattone, il surtout che aderisce alle reni. Il modello delle seconde è il cappello tegoliforme che sopprime tutta la nuca e che va via, oltre gli occhi, slargandosi come un ventaglio aperto, il mantello dalla rotondità ricca fino alle pieghe giù a piombo e il seno spopolato di poesia.


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L'insurrezione chartista in Inghilterra
di Paolo Valera
Uffici della Critica Sociale Milano
1895 pagine 125

   





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