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      a caratteri cubitali. Lo scarlatto era il la della dimostrazione. Cravatte rosse, rosette all'occhiello rosse e nastri rossi che folleggiavano all'aria dalle maniche o dai cappelli femminili. Il presidente, o quello che mi parve il presidente, diede la stura all'entusiasmo con un sola parola: Citizens!
      Le moltitudini sembravano in preda al convulso. Agitavano i cappelli con dei "viva la repubblica!" che squarciavano l'aria, e le bandiere si piegavano da destra a sinistra come se i vessilliferi stessero benedicendo l'eruzione repubblicana.
      Citizens! gridò un'altra volta il presidente colla mano tesa verso la folla. E venticinque o trenta mila voci si fusero e scoppiarono in una tempesta di down with the queen! (abbasso la regina!) e viva la repubblica!
      La casa di Brunswick pareva che non avesse più che poche ore di vita. Gli oratori la chiamavano una famiglia di libertini o di stranieri. Giorgio I, il primo di questi malnati, non sapeva neppure la "nostra lingua"! Si faceva capire dai suoi ministri, come si faceva capire, in una specie di gergo latino. Giorgio IV era un dissoluto, un ubbriacone.... Abbasso la regina! Viva la repubblica! La loro fraseologia monca, interrotta, fracassosa era della lava. Gli occhi della folla erano come ammantati di odio, il loro pugno si levava spesso in alto come un imperativo o come uno sfogo e le loro grida andavano via sibilando oltre i parapetti.
      La marsigliese assunse la grandiosità di incitare alla rivoluzione tutti questi diseredati politici, tutti questi paria della questione sociale, col to arm, brave citizens!


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L'insurrezione chartista in Inghilterra
di Paolo Valera
Uffici della Critica Sociale Milano
1895 pagine 125

   





Citizens Brunswick