Sono i 300 della metropoli borghese. Cadranno gli uni sugli altri colla bocca e cogli occhi pieni di letizia. Bravi! In Parliament street è un andirivieni come nelle giornate di guerra. Dovunque è la provocazione. Se il chartismo non si getta oggi sulla barricata, vuol dire che non ha nei fianchi gli scrosci della collera delle moltitudini. Non è più questione di principî. È una sfida al randello. O raccoglierla o dichiararsi vinto.
Sulla muraglia esterna di Apsley House - la residenza del duca di Wellington - i fraternal democrats sono riusciti ad affiggere stanotte un manifesto agli "Uomini di Londra!" È un manifesto senza stile e direi quasi senza idee. Un manifesto di questo genere ha l'obbligo di essere il capolavoro del calamaio. Chi lo scrive deve avere in sè l'ambascia e gli urli della gente che la rompe colla legge divenuta dell'oppressione. Il suo pensiero deve rompere nel cervello di chi legge come una procella o come una fiaccola. Devono essere degli scatti, delle grida, delle fiammate, dei rompimenti di cuore.
Oggi - dice - si deve compiere una grande rivoluzione. I vecchi principi di legislazione sono di altri tempi. Le nostre leggi e le nostre istituzioni non sono più in armonia collo spirito dell'êra nuova. Non rispondono più alle esigenze della civiltà e del progresso Voi, uomini di Londra, possedete una grande forza la quale, se concentrata e diretta con quella dei vostri fratelli dell'impero, può rovesciare completamente e per sempre questa enorme officina di tirannia, d'ipocrisia e di frode e assicurare a voi e ai posteri i benefici che la verità e la giustizia possono sole conferire.
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