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      E così è venuto un naufragio di 400 e più cittadini rimasti fra i cavalloni che salivano ad altezze vertiginose.
      A Charing Cross mi si sono contese le valigie. Parevano di nessuno. Le si rincorrevano. Il facchinaggio sbraitava. Mi si faceva sentire la mia taccagneria. Io invece volevo deporle al bagagliaio. Nella stessa giornata mi sono procurato una pensione di 4 sterline la settimana senza le mance alle donne di servizio. Mi ero messo nella testa che era in quelle case ospitali che si imparava la lingua degli uccelli. Disgraziato! Stavo fresco! Non si andava mai avanti che negli aumenti. In quattro o cinque settimane non sapevo che il good morning, good evening, good afternoon. La signora della tavola, la speculatrice della casa, non domandava ai pensionati se ne volevano ancora delle vivande che venivano portate. Tutti giovani che correvano subito al restaurant a saziarsi. Io facevo parte di quelli che andavano all'Horse Shoe in Tetteham Court Road, dove si mangiava un superbo ramp steak e si beveva della birra eccellente. Non mi sono mai stancato di mangiare un ramp steak. Carne saporita, di una bontà irreperibile da noi. Sono scappato dalla pensione. In casa di John Bull non si sta bene che nel grande club. Una volta membro temporaneo del National Liberal Club non-ho avuto più bisogno di nessuno. Sentivo di essere un altr'uomo. Mi pareva di essere ricco. E non ero invece che ospitato nel palazzo di un partito liberale, dove si pagava tutto senza essere truffato. C'era un comfort che non trovai più, specialmente in casa mia.


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





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