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      Era succeduto agli altri Giorgio senza idea della dignità reale. Chiassoso, noioso, intollerante, sempre disposto a cambiar umore. Non aveva rispetto né per lui né per gli altri. Le convenienze sociali non erano di casa sua. Strapazzava la Duchessa di Kent con il linguaggio del cenciaiolo. C'erano giorni in cui dava ramanzine a destra e a sinistra senza arrossire. All'indomani non si ricordava più di nulla. Era capace di applaudire ciò che aveva orribilmente fischiato. Egli assomigliava troppo alla aristocrazia del suo paese che offriva la sua manoforte alla forza pubblica. Il bastone di special aveva dato a tutte quelle facce tonde e grasse che andavano sempre in seconda a bere il whysky un aspetto più marziale che mai.
      Le masse col loro baccano fecero diventare la Victoria maggiorenne. Era così regina. Furono sguinzagliate tutte le festività al Castello di Windsor. Si incominciarono subito i dinners, come quando c'era Guglielmo IV. I cuochi entrarono subito in servizio con una moltitudine di istrumenti culinari. Non si è saputo se la Duchessa di Kent piangesse di gioia o di dolore. Tutto era possibile.
      I luddisti nacquero nel 1811, nella contea di Nottingham e nelle vicinanze delle contee di Derby e di Leicester. Il loro capo era una persona fittizia dal nome di Ned Ludd. Il loro scopo era la distruzione della macchina, la nemica che li affamava o impoveriva i loro salari. Colle macchine vennero gli ordigni, le fabbriche e i padroni. Il risultato fu il solito: molti luddisti subirono la galera e parecchi dei tumultuanti di Leeds e di Nottingham e di Lancaster morirono appesi alla cavezza del carnefice.


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





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