Buuuuuu!
S'avanzano. Le loro grida vanno su alte come sibili attorcigliati da una bufera.
Le cancellate del Parlamento sono coperte di agenti di polizia.
In apparenza sono calmi.
Vedo laggiù, allo svolto dei pugni che lavorano.
Un policeman paga il filo del suo bastone con una ferita alla schiena. Lo tirano all'ospedale, in carrozzella, come un martire del dovere.
S'attacca.
Il leader dei contingenti grida, spalancando le braccia: - Stand! - fermi! resistete!
La polizia a cavallo si precipita nel mezzo tagliandone il grosso in quattro, bastonando a destra e a sinistra.
La polizia a piedi aggredisce i fuggenti e li percuote a calci, a pugni, a bastonate. Qua e là la lotta è accanita.
La bandiera del Club del Progresso di Lambeth ondeggia, piega, scompare.
Il policeman 430 riceve un'astata non so dove. Stramazza. Bene! gridano gli astanti.
Sull'angolo di Cannon-row e in Parliament street, si combatte corpo a corpo.
La bandiera del Club West Southwark è fatta in pezzi. I lembi sono nelle mani dei nemici. Quella del Vogliamo il diritto alla riunione pubblica resiste. Ma vessillo e vessillifero, soverchiati dal numero, s'arrendono insanguinati.
Non si capisce più nulla.
Si grida, si urla, si fugge e si cade l'uno addosso all'altro.
Dappertutto arresti. (La cronaca del domani ne diede 50). Molti feriti e gravemente (circa 40 sono stati medicati all'ospedale. I contusi, gli ammaccati, gli zoppi superarono il centinaio).
La colluttazione è durata ventiquattro minuti.
I fuggenti sono ricaricati al di là del ponte di Westminster e inseguiti lungo il Tamigi.
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