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      Si portano via tutto quello che viene loro dietro. Orecchini, anelli, spille, monili, ciondoli, Urraaa"!
      Mezz'ora dopo si disperdono spaventati della loro vittoria.
      Percorro da solo il West-end. È vuoto, è deserto, è pieno di paura. Non c'è una vettura a pagarla una sterlina. Le pubblic houses sono chiuse. Non si beve. È stata vietata la vendita delle bevande alcooliche! O almeno il capo della polizia pregò i liquoristi a sospendere la vendita fino a furia finita. Busso e calco a un restaurant. Aprite, ho fame. Invece, di dentro, si spegne il gaz. Finalmente, dopo un'ora di buio, spunta l'accendilampade. La luce rianima. I cittadini cominciano a cacciar fuori la testa. Le botteghe si schiudono. Ricomincia la baldoria serale. Si mangia e si beve con più appetito di prima.
      Lo sbigottimento è stato generale. Dappertutto si parla dei tumulti.
      L'indignazione contro la polizia è generale.
      P.S. È mattina. Apro gli occhi e spalanco il Times. Henderson, il capo della polizia, è appeso alla corda del boia in tutti i giornali. La sua caduta è inevitabile.
      Il Times non scherza, "Se i signori Burns e Hydnman non sono già in arresto, lo devono essere, indubbiamente, stamane".
      Lo Standard, colle ciglia rannuvolate, chiama i roughs dei tumulti vigliacchi infami (arrant cowards) Egli dice: Il discorso libero e la libertà d'azione sono cose preziose. "Ma l'ordine è sacro". E sprona a sopprimere le riunioni pubbliche.
      Il Morning Advertiser assicura che in nessuna capitale del mondo si sarebbe permesso a un Burns e a un Hyndman di predicare le abbominevoli teorie che predicarono.


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





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