Reynolds venne eletto presidente del comizio tra le acclamazioni tempestose.
Addosso ai ministri! Fu l'articolo di fondo di questa piazza. Addosso col vocabolo avvelenato, col periodo implacabile, col pensiero atrabiliare, colla frase grossa che affonda ed esplode nel cuore come una bomba nel terreno.
- Long live Reynolds! - Evviva Reynolds!
Intanto che Reynolds andava a casa accompagnato dal drappello degli entusiasti, le moltitudini che si sentivano affamate, anche pasciute di rettorica, svoltarono e divennero una fiaccolata di collera.
- To the Palace! - A Corte! I policemen divennero lividi e la "canaglia" si avviò verso il palazzo di Buckingham incanagliando.
Il palazzo del re era la loro Bastiglia. Mentre i cartisti di Glasgow, nella stessa giornata (6 marzo), nella stessa ora, facevano risuonare le grida di bread or revolution! - pane o rivoluzione! Strada facendo, questi di Londra, ruppero delle lampade, saccheggiarono le botteghe dei panattieri, tracannarono della birra dove ce n'era e ritornarono in piazza di Trafalgar a farsi bastonare dai cagnotti in montura.
Ma io mi perdo. Ritorniamo al giornale. Il Reynolds mi consola. I panicuocoli entreranno trionfalmente, oggi, in Hyde park, alle tre e mezzo, e dichiareranno, sotto l'albero del Riformatore, che se i padroni non accetteranno i loro patti li metteranno sul lastrico con lo sciopero del 9 novembre.
Basta di Reynolds.
Non volevo discendere fino alla corruzione. Ma via, vada! Metto in mano uno scellino al policeman e gli domando dove posso bere un whisky o dei whiskies nelle ore proibite.
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