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      S'intende che non parlo dei battuti del libro o dei raffazzonatori che brontolano contro i tempi perversi e l'ingratitudine del pubblico, invece di dar mano alla lesina o farsi saltare le cervella. Ma dei romanzieri riusciti - pei lettori, si sa - come Walter Besant, la cui penna è detta più potente della mascella d'asino di Sansone, e lo scrittore del She - una eroina del continente nero che riempie le tasche di Rider Haggard, quantunque Haggard continui a vuotarle. Lo stesso Antony Trollope - al servizio del barone Tauchwitz - un editore che obbligò gli editori inglesi a mettere sulla fiera il volume a buon mercato, si sarebbe recisa la destra se avesse saputo di guadagnare come Walter Scott. Nella sua autobiografia ci dà la lista dei lavori che produsse in venti anni. In vent'anni egli mandò in stamperia 44 romanzi e gli editori gli inviarono a casa tante tratte a vista per un totale di un milione e settecentoventicinquemila franchi. Max O' Reill - un francese che scrisse un libro di costume assai mediocre, almeno per me, passò il mezzo milione in meno di due anni col John Bull e la sua Isola. L'Ouida (mademoiselle de la Ramez), una scrittrice conosciuta anche in Italia perché abita un palazzo a Firenze, è romanziera - indubbiamente più popolare di Walter Besant - capace di rompere il calamaio se le si offrissero ventimila sterline per quindici anni di galera romantica. Evvia! Non basterebbero per pagare le sue eccentricità. L'ultima volta che venne a Londra pagò, in tre giorni, tremila lire d'albergo!


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





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