Ma il fatto è fatto.
La tirannia della vendita e della compera è stroncata.
Ho lasciato nel calamaio la letteratura istrionica perché dessa, pare, non abbia mai trovato posto tra il vecchio e il nuovo testamento. O più probabilmente perché il suo ambiente è altrove. Il suo ambiente è nello Strand, nel centro dei teatri o della maggioranza dei teatri. Perché ormai dove non ci sono palcoscenici in questa città di speculatori? In una sola via, nella Shaftesbury avenue, ne sorsero tre in tre mesi. E il quarto - il Garrick - lo hanno tirato su, a due passi, direi quasi dalla mattina alla sera. Che leva è il denaro in questi paesi!
Il Barbini londinese dunque di questa azienda di recitazionisti, come direbbe un yankee, è in Wellington street. E il suo fondatore fu Tommaso Hailes Lacy, un attore di riputazione, dicono, che abbandonò le scene nel '45 per dedicarsi al commercio delle tragedie, delle commedie e delle farse stampate fino al 1873, quando il signore iddio gli tolse l'ultimo respiro. Ma ora ne è proprietario French, un americano intraprendente come un cittadino degli Stati Uniti. Il palazzo di via Wellington non racchiude mai meno di 500.000 copie di lavori teatrali. E le sue edizioni sono piuttosto carucce, essendo l'editore obbligato a fare il cappello, con tante sterline, alle autorità bollate dal successo. Lascio "autorità". Dovrei chiamarli i plagiari del successo. Perché il teatro del Regno Unito non vive che di rifacimenti stranieri. Testoni, provatevi a negarlo.
La clientela del French, come potete immaginarvi, è composta di direttori teatrali, specialmente di provincia, di associazioni e di clubs drammatici e di quel miscuglio o zibaldone di commedianti e di istrioni che popolano le quinte.
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