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      La prostituta, non appena lo vede, si mette sulle gambe e con una sommissione incredibile, se ne va dicendo: - All right, officer.
      - Felicenotte.
      Da qui: capirete come la perduta rispetti la legge e i suoi rappresentanti. Se la viola e li violenta la colpa non è sua. Ma dell'ondata alcoolica. All'indomani, colle labbra ancora scurastre della gozzoviglia, sarà tutta scuse davanti al castigatore.
      - Ero tipsy (ubriaca), your worship - vostra sìgnoria.
      - Siccome siete recidiva vi condanno a 60 scellini o a dodici giorni di lavori duri.
      - Grazie, signore.
      Le sorelle della strada - le quali accorrono sempre quando una di loro è in trouble o in disgrazia - si quotizzano, seduta stante, e si portano alla public house la Mary come una gloria.
      - Cheer up, Mary - sta su allegra! Maria.
      E giù! bevono i dispiaceri.
      La regina poi, per loro, è un essere di idolatria. Guai a dirne male o a pronunciare una parola meno che riverente per sua maestà!
      - You dirty dog! Sconcia creatura!
      È la facezia più gentile che vi possa capitare in faccia.
      Alla sera, quando flannello anch'io colla pipa di radica nei music-halls, mi dimentico sempre di levarmi il cappello all'ultima sinfonia che ci dà la buona sera col Dio salvi la regina.
      - Take off your hat - levatevi il cappello!
      - Ero distratto, cittadina.
      - All right! - va bene.(5)
      Nel gennaio dell'86, quando la regina andò in persona ad aprire il parlamento che salutava l'andata dei tories al potere, fu una puntata d'ombrellino che mi buttò via il copricapo.
      Mi sono voltato indietro e non ho potuto andare in collera: era un'altra prostituta.


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





Mary Mary Dio