Nel caso di Labriola approvo la fischiata. Deploro l'aggressione. Purché, a furia di amplificazione, quell'aggressione che fu soprattutto "verbale" - non diventi fra poco - aiutando la fertile fantasia partenopea - un mancato omicidio o qualche cosa di simile. Approvo la fischiata, non tanto in odio alle opinioni tripoline del Labriola, quanto per gli atteggiamenti suoi, contraddittori e opportunistici.
Cito la Massoneria e il Blocco. Lascio andare, come vedi, il triplicismo e i monopoli e il ministerialismo, ma per iddio, quando si scrive ciò che il Labriola ha scritto contro il massonismo socialista, non si viene poi, a breve distanza di tempo, ad esaltare la massoneria in quelle colonne del Lavoro diretto da quel Canepa che ha fatto ieri l'altro il reggicoda ai comizi Savoia. Altrettanto dicasi per il blocco: nel 1910 antibloccardo, tre mesi dopo sino all'alleanza con monarchici.
Oh, insomma, qui non si tratta più di evoluzione di idee, ma di funambulismo che dice e disdice, rinnega oggi ciò che fu celebrato ieri, con una volubilità uterina.
E allora: diritto di applaudire ed uguale diritto di fischiare. Ciò mi sembra, dopo tutto, squisitamente anarchico. Purché la fischiata non sia sistematica, perché allora diventerebbe la persecuzione e contro la quale insorgerei in nome della libertà.
Alle polemiche sul giornale preferisco queste spiegazioni... epistolari
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Negli intervalli che gli concedeva l'Avanti! faceva delle conferenze che lo aiutavano a tirare innanzi e a fare conoscenze di compagni.
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