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      Ma la geldra, che domina il Partito, voleva vincere ed ha vinto. Io sono espulso, ma non domo. Se essi mi ritengono
      morto" avranno la terribile sorpresa di trovarmi vivo, implacabile, ostinato a combatterli con tutte le mie forze. Gli è per questo che mi sono foggiato l'arma colla quale illuminare il proletariato e sottrarlo alla mala influenza di cotesti falsi pastori. Ed io spero che nel proletariato dall'anima semplice e diritta si farà presto la luce. Non contro il proletariato, non contro le aspirazioni sacre del proletariato io muovo a battaglia: i proletari sanno bene che quando si trattava di assumere responsabilità nei moti di piazza, nei processi d'Assise, nelle campagne del Partito, io mi sono prodigato per un bisogno incoercibile d'azione, senza curarmi del pericolo, senza misurare la mia fatica. Ma voi, signori, che formate la élite dirigente del Partito, voi che parlate quando dovreste tacere, o tacete quando dovreste parlare; voi medagliettati, voi che sedete sugli scanni di Palazzo Marino, voi che avete preferito nascondere il vostro voto nell'amorfa e tumultuante levata di mano, voi che pur dovete qualche cosa al "Barbarossa" del giugno, voi passerete sotto le forche caudine. Comprendo l'odio, l'esasperazione dei proletari, ma il vostro silenzio reticente è il documento di una vigliaccheria che disonora sino all'estremo il socialismo italiano. Ma io sono proprio qui a guastarvi la festa. Il caso Mussolini non è finito, come voi pensate. Incomincia. Si complica.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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