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      Al tempo stesso eroico. Meyer, per paura o per stanchezza, prese con la mano sinistra la spada di Drumont e con la sua traversò la coscia dell'avversario. Fu una scena spaventosa, presente Daudet padre. Ci furono delle imprecazioni. Drumont era appena sfuggito all'emorragia. Ritorniamo all'articolo provocatore di Benito Mussolini. È della turbolenza e della ferocia o della convulsione spasmodica. La illustrazione sul Popolo d'Italia pure: un enorme cappellone piantato sugli omeri di un tronco umano, ventruto e medagliettato, da cui pendono - al piano dei testicoli - le sembianze di Treves.
      È un'altra fama usurpata che cade. È un altro nome che sotto la maschera livida del politicante professionale, denuncia la sua vera ribalda natura. Claudio Treves non è più... lui. È un altro. Il pubblico socialista e non socialista si era abituato all'immagine di un Treves che non andava mai in collera, che passava sorridendo o smorfiando cinicamente, attraverso le polemiche più ardenti e le battaglie del giornalismo e della politica. Si diceva di lui che non prendesse mai nulla sul serio, nemmeno il Socialismo, nemmeno S. M. il Proletariato e ridesse scetticamente, in cuor suo, di tutto e di tutti. Si elogiava - fin troppo! - la sua politesse stilistica, la sua virtuosità dialettica, il suo tono gentilomesco. Si riteneva che fosse impossibile
      smontarlo" e farlo andare in bestia. Questo cliché del Treves circolava da molto tempo fra la gente tesserata e no. Il cliché è oggi da spezzare. Io sono riuscito - pungendolo e mordendolo nella viva carne - a mostrare il Treves intimo, il Treves ignoto, il Treves perfido, malvagio, volgare, schifoso - schifoso più dell'insetto che egli cita, forse perché ricorda di averlo portato o di portarlo sulla pelle - il Treves che non potendo rispondere con fatti ed argomenti ai miei fatti ed ai miei argomenti, scende al rigagnolo, diguazza nel fango, ruba il linguaggio agli straccioni del "ghetto" (o Palancagreca) e crede di potermi in qualche modo offendere, e crede di potersi in qualche modo salvare dalla gogna morale in cui l'ho solidamente inchiodato.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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