Ci resterai, Palancagreca, alla gogna! Ci resterai fino a quando mi piacerà di assistere alle tue furibonde e grottesche contorsioni di "moglio"... fortunato prima della guerra, sfortunato dopo. Né ti giova saltare i fossi. Sei troppo astuto per non capire che quando ho detto che "la polemica col moglio Treves non poteva essere cavalleresca", intendevo dire che la polemica sarebbe stata - come è stata e sarà - senza guanti e non intendevo escludere qualsiasi altra soluzione, nemmeno quella contemplata nel Codice Gelli. Ciò è chiaro - per chiunque - dal contesto del mio discorso. Claudio, il Coniglio, sapeva e sa dove sto di casa. Paolo da Cannobio, 35 o Castelmorrone, 19.
Gli stipendi. Io accuso Treves di essersi fatto pagare settecento lire anche quando l'Avanti! era in condizioni disastrosissime e dopo la direzione del
guitto" Bissolati, che ne prendeva soltanto trecento. Invidia, gelosia? Ma no. Io non temevo e non temo i confronti e le memorie con un giornalicida qualificato come Claudio Tremens. Memorie ci sono - purtroppo! - e sono quelle dei tradimenti proletari perpetrati da Claudio Tremens, ci sono le memorie di una megalomania amministrativa che consule Treves aveva ridotto all'estremo lumicino l'organone del Partito: ecco le "memorie" che devono angustiare, umiliare l'anima sinistra di Treves, non la mia.
Confronti? Eccoli a edificazione di tutti. Il giornalicida Treves dopo avere accoppato il Tempo e spogliatone il cadavere, aveva ridotto all'agonia l'Avanti!, sperperando il milione e duecentomila franchi della Società Editrice.
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