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      Ma il trucco è per sempre finito.
      Egli era una specie di serratura all'inglese. Aveva il suo
      segreto". Per scoprirlo ed aprirlo e... imbestialirlo è bastato combinare un certo numero di lettere in modo che ne uscisse questa parola stregata: Palancagreca... Palancagreca."
      28 marzo 1915 Benito Mussolini
      V
     
      L'EMINENTE RIVOLUZIONARIO DEL FRONTONEGIORNALISTICO MUSSOLINIANO
     
      Augusto Blanqui, da noi, è rimasto uno sconosciuto. Se è citato da qualche burlone del socialismo italiano è per soffocarlo fra i quarantottisti, fra coloro che vivono e sognano e muoiono correndo dietro alla barricata. In verità Blanqui non ha un match nel socialismo europeo. Egli è solo. È un titano. È un gigante. È un faro di luce, di scienza, di progresso. Fu un miliardario di idee. Ne ha seminato un po' dappertutto. Non ha mai lavorato per sé. Non ha lavorato che per gli altri. Egli è stato uno dei massimi perturbatori di coscienze del suo secolo. Forse più di Proudhon. Circondato dalla calunnia, inseguito dalle persecuzioni, egli ha imparato a soffrire. Fu una vita alta, la sua. Vita pura, piena di sacrifici. Io non sono andato a Parigi senza correre al Père Lachaise a rivederlo disteso sul pietrone dove è stato deposto dal grande scultore Dalou. Nel marmo è infusa l'anima del grande rivoluzionario. Sulla sua faccia sono i suoi cinquantaquattro anni di lotta, di patimenti. Il suo corpo avvolto nel lenzuolo non impedisce al visitatore di raccogliere in un'occhiata il mezzo secolo delle sue tribolazioni. Egli è il martire principe del proletariato del suo tempo.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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