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      Oggi io sono ancora francofilo e non mi son
      rimangiato" nulla, egregio contraddittore, ma mi rifiuto di esaltare superficialmente la guerra della Triplice come una guerra rivoluzionaria democratica o socialista - secondo la volgare corrente opinione dei circoli massonici o riformisti. Quanto all'intervento dell'Italia, è questione da esaminare ormai da un punto di vista puramente e semplicemente "nazionale". Reazione e rivoluzione non c'entran più o assai indirettamente.
      Orbene, tutti coloro che hanno letto durante questi due mesi l'Avanti!, avranno notato questa grafica del mio pensiero. L'antitesi fra il mio
      me" pubblico ed il mio "me" privato non esiste: quello che turbava la mia coscienza di uomo si rifletteva per necessità di cose nella mia opera di pubblicista, ed è stato notato, infatti. Questa dello sdoppiamento è una stupidissima fola.
      E le prove della mia
      duplicità" spirituale e politica, della mia doppiezza, come rincara il Carlino? Eccole, secondo le misteriose rivelazioni di Libero Tancredi. "Io so pure - scrive Tancredi - che tu hai parlato a me delle classi che l'Italia dovrebbe mobilitare per intervenire e mi hai fatto l'elogio del fucile 1891 e hai dichiarato che alla guerra contro l'Austria tu avresti partecipato con entusiasmo." Ebbene che cosa c'è di eccezionale in tutto ciò? Di compromettente? Di doppio? Ma non l'ho scritto pochi giorni fa polemizzando con Hervé, che se l'Italia vuol andare a Trento e a Trieste deve mobilitare due milioni di soldati? E fare l'elogio di un fucile per le sue qualità tecniche o dire che gli alpini sono degli eccellenti soldati, significa forse affermare la necessità urgente di una guerra all'Austria?


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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