E nel caso di guerra dell'Italia all'Austria non ho sempre detto e stampato - anche ieri - che l'atteggiamento dei socialisti italiani, o di gran parte di essi, sarà "praticamente" diverso? Non ostile, ma in certo senso simpatico? Dov'è dunque l'antitesi "perfetta" di cui va cianciando l'allegro Tancredi? Dell'impreparazione militare non ho parlato solo "privatamente" col Tancredi, ma anche pubblicamente sul giornale. Tale impreparazione esiste tuttora, Non spetta a voi occuparvene, dichiara il Tancredi. Ah dunque: noi dobbiamo predicare la guerra e non curarci nemmeno di sapere se questa guerra sia possibile, dal momento che per farla non bastano gli articoli e le conferenze di Tancredi? Sarebbe il colmo dell'incoscienza. Ignora, dunque, il Tancredi che - ai primi di ottobre - l'Italia non potrebbe mobilitare che le sole otto classi dell'esercito permanente, secondo dichiarava uno scrittore nell'ultimo numero della Preparazione, organo militare?
I miei giudizi sulla neutralità (governativa) li mantengo ma tra quelli pubblici e privati non v'è differenza di sorta. Ho detto e ripetuto - pubblicamente e privatamente - sul giornale e in una assemblea di partito a Milano - alla quale, se non m'inganno, era presente lo stesso Tancredi - che l'Italia ufficiale è
imbottigliata", inchiodata nella sua neutralità. Colpa di chi? Non certo dei socialisti. Ho detto, ho scritto e ripeto che l'Italia poteva fare la politica della "grande potenza" ai primi d'agosto, stracciare il trattato della Triplice Alleanza, unirsi alla Triplice Intesa e con questo gruppo tentare la buona e la cattiva fortuna.
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