Lui invece si gettò a capofitto nel movimento dell'indipendenza d'Italia e andò fino alla morte senza voltarsi indietro.
Io che avevo fatto il garibaldino nel '66 e non potevo più avere gli anni utili dovevo arrossire.
Tutti sanno come sia caduto. Fu una morte trionfale. Uscito all'assalto dalla trincea delle Frasche, incoraggiava i compagni cantando la canzone di Oberdan. Prima di giungere alla trincea nemica era caduto bocconi. Non ci fu di mezzo che qualche minuto. Una granata austriaca completò la tragedia. Non lo si trovò più. Era stato polverizzato o distrutto. Nessuno ha saputo più rintracciarlo. In un attimo era passato alla storia. Nessuno poteva dimenticarlo. I compagni che gli avevano voluto tanto bene, ne udivano ancora la voce che diffondeva la grandezza di morire per la patria. Ha avuto l'aria di un dominatore di folle. In piazza del Duomo fu ricordato per un pezzo, dove ogni sera faceva il suo discorso sui gradini della cattedrale. Fu geniale. Con tanta vita vissuta avrebbe lasciato un volume dei suoi ricordi. Non ha avuto tempo di scriverli. Povero Corridoni!
VIII
L'HOMME QUI CHERCHE DE "LA FOLLA"
Sono articoli ambientati, scritti da Benito Mussolini nei stratagli del suo tempo. Magnifici, densi, istruttivi, cesellati, vittoriosi.
Giovanni Giolitti, il latitante
Giovanni Giolitti è stato
assente" dalla Camera lunedì scorso quando fu portato alla tribuna il martirologio ventennale del proletariato italiano. Le assenze ingiustificate diventano latitanze. Il latitante è un colpevole.
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