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      Uno sciopero generale - facilitato dalla disoccupazione cronica - della durata di ventiquattro ore e dopo otto giorni. Il parmense che aveva un morto in casa - il quarto eccidio nel volgere di pochi mesi - non si è mosso. Si è tenuto un comizio di protesta dopo ben quindici giorni e non c'era la grande folla. I giornali sovversivi sono un vituperio. Le loro corrispondenze sono l'ignobile sfogatina di tutta la perversità e la spudorataggine del sovversivismo provincializzato. Piccole beghe, piccoli uomini! Una caterva di idioti che si atteggiano a superuomini. In fondo, anche pusillanimi. Magnifici cianciatori. Posano a cerebrali e hanno il cranio smobiliato: senza inquilini e cioè senza idee. Sono gli eterni critici, ipercritici, insoddisfatti. Quando odiano non hanno che un bersaglio: il Partito Socialista. E la zavorra del sovversivismo. Questa gente iperbolizza se stessa e la propria missione. Taluni che dirigono una Camera del Lavoro di mille soci, si credono capaci di dirigere i destini del mondo. Sono riconoscibili dalla grimace laida dei geni incompresi. È questa la più fastidiosa categoria di mortali. Preferisco i curatori di fallimento. Finché il proletariato non si libererà dalla tutela di questi spostati nell'intelligenza e nella vita, egli non sarà mai libero. Una volta l'esodo dei borghesi dalla loro classe, significava carcere, esilio, sacrifici. Oggi non più. Il liceale bocciato, l'universitario mancato, il filisteo parassita che abborre il lavoro manuale, non corre che un solo pericolo: quello di non ricevere puntualmente lo stipendio.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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