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      Il Lavoro da lui diretto è una continua deplorazione dei metodi inaugurati dall'Avanti! e dalla Direzione del Partito. Gli sta sullo stomaco il binomio Lazzari-Mussolini. A sentire l'on. Canepa - autonomo che partecipa al congresso dei
      destri" - (pochi uomini rimarrebbero nella posizione politicamente superanguillesca del Canepa) il Partito Socialista è sull'orlo dell'abisso. L'on. Canepa può andare al diavolo, quando vuole. Il Partito Socialista Italiano sta rifiorendo malgrado le insidie dei destri, l'ostruzionismo di molti sinistri e l'apatia di qualche rivoluzionario che riduce il rivoluzionarismo a una questione di semplice intransigenza elettorale. Adesso scendono in campo i generalissimi dei "sinistri". Ci sono nell'ultimo numero della Critica Sociale due articoli... sensazionali. Sono le grosse batterie d'assedio che entrano in funzione, contro l'Adrianopoli rivoluzionaria. Non preoccupatevi. Sono, per il momento, tiri di prove, a salve. Ci troviamo dinanzi ai due luminari del riformismo italiano: Turati e Treves. Il primo è guardingo. È inutile seguirlo nel suo esame delle cause che condussero al trionfo dei rivoluzionari a Reggio Emilia. Fu, egli dice, una "raffica" scatenatasi dagli abissi dell'imprevedibile. Questa è una frase iperbolica. Per noi fu un atto naturale. Il Partito volle liberarsi dall'aberrazione monarchica rappresentata da Leonida Bissolati, come nel 1892 e nel 1906 si era liberato dall'aberrazione anarchica e sindacalista. Le accuse di intolleranza, di inquisizione colle quali i diversi Podrecca volevano cattivarsi le simpatie proletarie, sono cadute.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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