I socialisti del Belgio e dell'Ungheria non hanno queste preoccupazioni squisitamente filistee. I socialisti ungheresi sono alla vigilia di uno sciopero generale di protesta contro un progetto di legge reazionario. Se l'on. Turati si trovasse a Budapest egli terrebbe ai magiari questo strabiliante discorso:
Non effettuate lo sciopero generale o rimandatene l'esecuzione al giorno in cui sarà... inutile. Non fatelo adesso perché siete sicuri dell'insuccesso, non domani, perché sarebbe inutile. Conclusione: grattatevi l'ombellico".
Mentre la Critica Sociale circola in tutta Italia, a Napoli è scoppiato lo sciopero generale. È il commento alle sibilline disquisizioni della C. S. Insomma, quando un popolo che non sia di venduti e di smidollati vuole protestare sia per gli eccidi, sia per il pane, contro la politica pazza del governo; questo popolo abbandona le officine, i campi, gli uffici, le botteghe, le scuole, si rovescia nelle strade, invade le piazze, tumultua sotto gli edifici pubblici, fa lo sciopero generale, lo sciopero generale, lo sciopero generale.
Questi non sono i latinucci del socialismo; è il socialismo in azione. O è dunque vero che il riformismo italiano è fisiologicamente incapace di concepire quella che Carlo Marx chiamava con frase divinatrice (suffragata dalle recenti scoperte del De Vries e dalla ormai universalmente accettata teoria delle
mutazioni rapide") la "evoluzione rivoluzionaria"? O è dunque vero che il socialismo italiano dev'essere sempre inferiore agli avvenimenti? assente nelle grandi crisi della storia?
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