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      Non sempre la violenza è manifestazione di forza, ma spesso la forza si esprime colla violenza. Ecco perché Marx ha definito la violenza
      la levatrice della storia". (Bisognerebbe proporre l'espulsione di Marx dal Partito, per questi tre motivi: 1° perché fu processato - e assolto - alle Assisi di Colonia per incitamento alla rivolta armata; 2° perché apologizzò la Comune di Parigi anche in quelli che furono i suoi "eccessi"; 3° perché in quasi tutti i suoi scritti ricorre ostinatamente il concetto di rivoluzione e di violenza... La proposta d'espulsione deve partire dall'on. Canepa.) Secondo l'on. Treves "il determinismo classico marxista oppone la classe che è la forza, ai gruppi che sono la resistenza perché essa è una dottrina di rivoluzione e non di rivolta", e l'on. Treves ne deduce la seguente pericolosa illazione, quantunque sotto veste anodina. "Ogni abuso di iniziative violente per opera di gruppi idealisticamente privilegiati è una usurpazione manifesta sui diritti rivoluzionari della classe, i quali maturano nell'organizzazione sindacale."
      Fermiamoci un po'. Contestiamo che il determinismo classico marxista abbia creato questa opposizione fra classi e gruppi. Che cos'è l'Internazionale fondata da Marx, se non una Federazione di gruppi per l'imminente Rivoluzione? E nel concetto riformistico non è forse il Partito cioè un gruppo idealisticamente privilegiato che si impadronisce anche colla violenza del potere politico in nome e per gli interessi della classe? Per mettere a disposizione di questa, come dice l'on.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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