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      `'E ci sono i guerrieri che soffrono e combattono, come ci sono i Trevisti che sghignazzano. Volete dunque in odio alla "eroicitą", ridurre il socialismo a una partita computistica? Volete dunque, in odio a Nietzsche, farci tornare a Bastiat o a Lamennais?"
     
      L'homme qui chercheIX
     
      IL COMMEMORATOREDE "LA COMUNE"
     
      Era stato preceduto da Arturo Labriola, oratore vertiginoso che andava con bracciate di episodi in mezzo alla Comune. Benito Mussolini era pił sobrio. Faceva capire che per occuparsi della Comune bisognava amare il Terrore, correre dietro agli avvenimenti insurrezionali, divinizzare il patibolo, celebrare i Danton, agitare il 14 Luglio, le date pił rosse della storia dei nostri avi. Benito Mussolini con un listone di nomi arrotolato sul dito, andava sulla piattaforma dell'ex Camera del Lavoro di via Crocifisso e agguantava per prima testa quella del refrattario Jules Vallčs, presentandola come il campanello presidenziale che stormiva per l'ultima volta nell'ultima seduta della Comune. Je puis mourir, ha detto il grande Jacques Vingtras, nell'ora delle sue recriminazioni. Egli non sapeva pił dove rifugiarsi nella grande Parigi. I versagliesi erano rientrati, le fucilazioni continuavano. La Comune non era durata che sessantasei giorni, ma la decimazione si avvicinava alle trentamila teste.
      Mussolini continuava dalla piattaforma, senza scalmanarsi, andando avanti e indietro, a documentare. I rientrati peggioravano il grande ambiente. Uccidevano senza pietą. Blanqui aveva fatta tanta prigione da stancare i carcerieri di vederlo.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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